lunedì 17 maggio 2010

FESTIVAL DI MUSICA SACRA 2010 30 maggio - 13 giugno



Si riconferma per l’ottavo anno consecutivo una realtà solida e di prestigio quella che vedrà dal 30 maggio al 13 giugno ospitare a Varazze il Festival Internazionale di Musica Sacra.

Era infatti nel giugno 2003 che, per la prima volta, la cittadina rivierasca inaugurava nella Collegiata di Sant’Ambrogio l’evento musicale, portando fin da subito l’impronta di internazionalità, competenza ed esperienza che l’appuntamento pensato richiedeva.
Storica è la sensibilità cittadina per la “Grande Musica” che, unita alla sacralità, ritrova nell’antica e splendida Collegiata sua più alta espressione: di spiritualità, di storia, di arte e di musica.

La Parrocchia è dedicata proprio a S. Ambrogio che da pastore della diocesi di Milano introdusse per primo nella celebrazione dell’Eucarestia l’antifona, ossia la musica. L’occasione gli fu data quando le truppe imperiali, istigate dagli ariani, tentarono di occupare una delle due basiliche di Milano. Ambrogio ed i suoi fedeli vi si rinchiusero e per confortarli il vescovo introdusse l’uso di cantare inni sacri da lui composti. Lo stesso Sant’ Agostino fu mosso alla conversione aiutato dalla bellezza di quella musica : “quanto piansi per la commozione , assistendo agli inni echeggianti nella tua chiesa!…”.

Stessa sensibilità verso questa forma d’arte, mosse più di otto anni fa gli organizzatori ed i sostenitori dell’evento; coordinato e fortemente voluto dal Circolo Culturale Kairos - ANSPI , nella persona del suo presidente Rev.do Can. Giulio Grosso, Parroco della chiesa varazzina che da subito ha messo a disposizione mezzi, passione e grande impegno; il Comune della Città e la Regione Liguria , quali sponsor e patrocinatori dell’evento.

Non da ultimo ma, quale primo artefice, del Festival varazzino, il Direttore Artistico, Maestro Francesco Mancuso, dal cui incontro ed amicizia con il circolo Kairos è potuto nascere l’evento. Noto musicista genovese – vedi http://www.francescomancuso.org/ - , si occupa della parte musicale ed organizzativa, forte di numerose conoscenze internazionali nei più prestigiosi teatri, auditori e cori europei. Il maestro Mancuso può vantare, seppur giovane, già una lunga e brillante carriera con esperienza di studio e formazione pianistica presso il Mozarteum di Salisburgo e l’Ecole Superieure de piano di Gilbert Cock di Martigny – Svizzera; carriera puntellata da eventi internazionali di primo piano in Europa come in Argentina.

Così il Prof. Marco Damonte, tesoriere del Circolo Culturale Kairos : “Per questa ragione in questa ottava edizione del Festival di Musica Sacra – Città di Varazze sono ben due gli appuntamenti musicali inseriti in messe d’orario. Il primo appuntamento, l’apertura del Festival, consisterà proprio nell’inserimento dei canti gregoriani durante la celebrazione liturgica delle ore 18. La domenica seguente la messa delle ore 11 verrà animata da un gruppo strumentale. Gli organizzatori, con otto anni di esperienza alle spalle, hanno deciso di accollarsi un rischio non da poco: il canto professionale all’interno della liturgia. Un tempo era usuale e auspicato perché favoriva la preghiera; oggi l’uso della tradizione musicale potrebbe, al contrario, essere fonte di distrazione per alcuni. Si tratta di recuperare il gusto dell’ascolto e di lasciarsi coinvolgere al di là della partecipazione attiva. L’augurio è che tale novità possa impressionare piacevolmente i fedeli; l’obiettivo è quello di mettere la musica al servizio della celebrazione.
L’attenzione tutta particolare riservata alla musica strettamente liturgica, lascerà il campo alla musica sacra con l’omaggio a Bach nel concerto conclusivo, quando si potranno ascoltare I Corali tratti dal suo vasto repertorio sacro. Il sacro a sua volta lascerà spazio alla sacralità e i luoghi diventeranno due Oratori della città, quello di S. Giuseppe, centralissimo, e quello di S. Bartolomeo, nel quartiere del Solaro.”



Visto il successo delle precedenti edizioni, si rinnova anche quest’anno l’appuntamento estivo, all’insegna della grande musica, dei grandi maestri e di note che da secoli uniscono in un unico vibrare le Cattedrali d’Europa.

lunedì 3 maggio 2010

Scienza e religione sono incompatibili? " Con meraviglia di fronte alla realtà" di Marco Damonte secondo premio Fondazione Prof. Paolo Erede

La risposta di un varazzino all’interrogativo della Fondazione Paolo Erede

Scienza e religione sono incompatibili?

Per il terzo anno consecutivo la Fondazione Prof. Paolo Michele Erede, con sede a Genova, ha bandito un concorso con l’intento di far riflettere giovani studiosi su un argomento d’attualità. Quest’anno il tema è atato posto sottoforma di domanda: scienza e religione sono incompatibili? Tra i partecipanti anche Marco Damonte, nostro tesoriere, che ha inviato uno scritto dal titolo Con meraviglia di fronte alla realtà, meritandosi così il secondo premio. Abbiamo incontrato il neo-Dottore di ricerca in Filosofia (ha discusso la sua tesi di Dottorato lo scorso 31 marzo) per cercare di capire il succo delle sue riflessioni, certi che i suoi “titoli” gli abbiano agevolato il compito.

M.D. Quasi il contrario, invece! La ricerca accademica rischia di chiudere in una specie di ghetto per iniziati, con un linguaggio incomprensibile e con troppi elementi dati per scontato. Il concorso a cui ho partecipato, al contrario, chiedeva di usare un linguaggio accessibile e divulgativo: ciò non è sempre facile se si vuole evitare di essere banali o ripetere luoghi comuni.

T.M. Domanda secca: dunque scienza e religione sono incompatibili?

M.D. Risposta secca: ho cercato di sostenere una risposta negativa, mostrando come tra religione e scienza, nonostante alcuni attriti, ci siano punti di contatto e convergenze. L’una senza l’altra perde qualcosa e non ci guadagna nulla. Una scienza che si ritenesse autosufficiente, al pari di una religione che mettesse in ridicolo le conquiste della scienza, sarebbe come Polifemo: un gigante con un occhio solo; un faro incapace di cogliere la profondità e le sfacettature del reale.

T.M. Ma la scienza non ha bisogno della religione!

M.D. Senza una dimensione religiosa, intesa quale apertura all’assoluto, all’infinito, o semplicemente come desiderio di conoscere la realtà nella sua totalità e nella sua verità più profonda, la scienza rischia di torcersi su se stessa e diventare tecnologia a servizio dell’economia. Quando la scienza si fa arrogante e vuole dominare il mondo i disastri sono alle porte: si pensi, come unico esempio, all’inquinamento. Ma soprattutto, una rivelazione come quella biblica è un incoraggiamento al lavoro della scienza. Essa presenta un mondo creato da un Dio intelligente secondo un ordine razionale che l’uomo ha la capacità di indagare, essendo stato creato a immagine e somiglianza di Dio stesso.

T.M. Anche la religione trae vantaggi dalla scienza?

M.D. Direi proprio di sì. Il rischio di fondamentalismo, cioè di interpretare le scritture alla lettera e non quale messaggio rivelato, è sempre presente e la scienza ci aiuta a starne alla larga.

T.M. Non è però questo il pensiero prevalente oggi.

M.D. Sicuramente no: siamo immersi in una cultura scientista, dove si pensa che la scienza prima o poi risolverà tutti i problemi. La scienza, in primis la medicina, ci ha aiutato e ci permette di vivere meglio. Ma da sola la scienza è “cieca”, deve trovare il suo scopo e il suo senso da qualche altra parte.

T.M. E’ opinione corrente che il rapporto tra scienza e fede sia conflittuale: bioetica, caso Galileo contrapposizione tra evoluzione e creazione…

M.D. Sono proprio i tre cavalli di battaglia dello scientismo. Ma basta ricordare che appartenenti alla gerarchia cattolica hanno promosso lo sviluppo scientifico e si sono impegnati in esso, ad esempio il Beato Nicolò Steno, vescovo e padre della geologia, il monaco Gregor Mendel scopritore delle leggi della genetica, il chierico Nicolò Copernico che ha proposto la teoria eliocentrica e il sacerdote Georges Lemaître, pionieristico fautore della teoria del Big Bang; o infine che la scienza moderna sarebbe probabilmente nata in occidente proprio grazie alla de-sacralizzazione della natura e al concetto di laicità legati alla rivelazione cristiana.

T.M. Niente conflittualità, dunque?

M.D. Direi proprio di no, anzitutto perché scienza e fede sono due modi distinti di indagare il mondo. Ciascuno legittimo nel proprio ambito. La prima è tutta protesa a descrivere e fornire modelli esplicativi di realtà particolari; la seconda si impegna a fornire un sistema interpretativo globale sul mondo della vita. Nel porsi di fronte allo stesso evento, queste due impostazioni mostrano la loro differenza e la loro complementarità. Quando una persona si innamora tende a descrivere il suo stato come desiderio proteso verso l’altra persona, capacità di interagire con essa, di donarsi, di accettare e farsi accettare, ma troverebbe inutile soffermarsi sugli impulsi sinaptici, sui livelli ormonali del suo fisico e sulle reazioni chimiche che avvengono inconsapevolmente nel suo organismo. Per forzare ancora questa distinzione potremmo affermare che la scienza si occupa del come avvengono le cose, mentre la religione si occupa del perché avvengono.

T.M. Dall’opposizione alla distinzione… c’è forse qualcosa di più?

M.D. Certamente. Parlerei senz’altro di complementarietà: potremmo dire che l’una funziona da istanza critica per l’altra e viceversa. Senza scienza, la religione corre il pericolo di avvallare la superstizione. La religione, grazie alla scienza, può imparare la bellezza dei fenomeni naturali che Dio ha creato e ha voluto che l’uomo potesse scoprire con le facoltà da Lui donategli.

T.M. Quando due cose sono complementari, vuol dire cha hanno dei punti in comune, ma questo non centrasta forse con la distinzione posta sopra tra religione e scienza?

M.D. Gli ambiti disciplinari restano distinti, ciò che è in comune è un atteggiamento nei confronti della realtà. Sia la religione sia la scienza hanno bisogno di fede, di razionalità e di meraviglia.

T.M. Di fede?.

M.D. Lo scienziato non deve forse fidarsi della sua intelligenza fino a chiedersi chi gliel’ha data? Non deve forse fidarsi della tradizione scientifica e dei risultati conseguiti dai suoi colleghi?

T.M. Di razionalità?

M.D. Il credente non deve forse essere capace di rendere ragione della propria speraza?

T.M. Di meraiglia?

M.D. Un osservatore incapace di meraviglia vedrà solo ciò che altri hanno visto prima di lui e non potrà contribuire in alcun modo a sondare le profondità del reale. Le piccole meraviglie quotidiane rimandano alla meraviglia di fronte ai complessi fenomeni naturali e questa rinvia a sua volta alla grande meraviglia, grazie alla quale ci poniamo le domande religiose: la meraviglia che il mondo esista, che vi sia qualcosa anziché il nulla, che possa essere visto come un miracolo. Lo scrittore inglese Chesterton ammoniva: il mondo perirà non per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di meraviglia. La brutalità del capo chino soltanto su interessi immediati, sulle banalità o sulle cose da possedere, spegne la stessa vita dell’anima.

T.M. Ma oggi abbiamo ancora questa capacità di stupirci?

M.D. Nella nostra società l’urgente sembra aver preso il posto dell’importante; l’abitudine, dello stupore; l’assuefazione, della meraviglia; il desiderio di possesso, della fatica della conquista; il consumo, dell’ ammirazione; l’uti, del frui; l’amore erotico, dell’amore agapico. Forse qualcuno di questi fattori o addirittura la loro compresenza hanno causato tanto l’allontanamento dalle Chiese, quanto quello dalle facoltà scientifiche. Entrambe si sono svuotate e sono state sostituite da surrogati quali un vago spiritualismo irrazionale e una bulimia tecnologica. L’allontanamento dalla religione istituzionale non ha avvicinato alla scienza, ma alla New Age, agli estremismi e ha incrementato il ricorso a sedicenti maghi. Solo la meraviglia porta alla contemplazione.

T.M. Una battuta per concludere.

M.D. Accanto alla soluzione dei problemi posti dalla scienza, bisogna dare ascolto ai problemi che per l’uomo sono esistenzialmente più urgenti. Il tutto dei problemi che la ragione umana può porsi e può indagare non si riduce agli interrogativi a cui le scienze aspirano a dare risposta. Ciò di cui abbiamo urgente bisogno è di restare liberi per farci devoti ad una causa che vada oltre l’individualismo, lontano dall’opinione. Solo così avremo ancora grandi scienziati e grandi maestri di spiritualità.

T.M. Un punto di vista originale, ma non so se tutti sarebbero d’accordo…

M.D. Il mio scopo è quello di offrire spunti di riflessione, non pretendo l’assenso di chiunque.

T.M. Altri spunti, immagino, saranno offerti durante la cerimonia di premiazione che si terrà venerdì 14 maggio 2010 alle ore 17:30 a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova in Via Garibaldi 9. Colgo l’occasione per invitare i lettori.

M.D. Grazie per l’attenzione; conto sul “sostegno varazzino”. Ad ogni buon conto …seguirà rinfresco!

Tommaso Metonda

SU INTERNET SONO DISPONIBILI ULTERIORI NOTIZIE E IMMAGINI AL SITO www.fondazione-erede.org

domenica 2 maggio 2010

Festa dei giornalini e siti web parrocchiali delle diocesi liguri Sabato 8 e Domenica 9 Maggio a Savona

Sabato 8 Maggio 2010
ore 17 Opere parrocchiali, via Brilla 3 SAVONA
Tavola rotonda
Parrocchia: come comunichi?
“Testimoni” al bivio tra vecchi e nuovi media
intervengono:
la redazione del “Melograno” di Cinisi, Arcidiocesi di Monreale (Palermo)
don Claudio Tracanna, direttore di “Vola”, diocesi dell´Aquila
Chiara Genisio, consigliere Federazione italiana settimanali cattolici
modera:
Tarcisio Mazzeo, caporedattore RAI sede regionale della Liguria

Domenica 9 Maggio
ore 10.30 Santa Messa
ore 15 Opere parrocchiali
inaugurazione Mostra dei giornalini e siti web delle diocesi liguri
ore 16 FESTA in PIAZZA con
Gabriele Gentile
“Mago da legare”
ore 18 Conclusione

Con il Patrocinio de la DIOCESI SAVONA-NOLI

I talenti dei piccoli
Una fiera dei siti web e dei giornali parrocchiali
Una "fiera interdiocesana del giornalino parrocchiale, estesa alle sette diocesi della regione ecclesiastica
ligure", un convegno sulle modalità comunicative delle parrocchie e l'incontro con un gruppo di giovani
della redazione del "Melograno", periodico della parrocchia siciliana "Ecce Homo" di Cinisi, con cui è in
corso un gemellaggio. Sono i punti cardine del "Melograno's party", la festa del "Melograno" che si
celebrerà l'8 e il 9 maggio prossimi nella diocesi di Savona e prende il nome dal "mensile di formazione e
informazione" della parrocchia di Santo Spirito e Concezione di Zinola (Savona).
La comunicazione in parrocchia. Il "Melograno", spiega il responsabile del periodico, Alessandro
Raso, "da ormai quattro anni prova a legare l'attenzione al mondo della comunicazione con la vita
parrocchiale ordinaria, sviluppando così interessanti potenzialità di racconto dell'esperienza di fede,
attraverso i 'talenti' di ognuno". La festa, "che ogni anno viene organizzata in prossimità della Giornata
mondiale delle comunicazioni sociali e che in passato ha affrontato varie tematiche collegate con
l'argomento dell'annuncio attraverso i media - prosegue Raso -, porrà l'accento sulla risorsa del giornalino
o bollettino parrocchiale. Si tratta di uno strumento spesso 'artigianale' e, ove esiste, forse poco conosciuto
al di là del territorio della parrocchia, ma che se ben valorizzato può certamente agevolare l'impegno dei
parroci e della comunità a creare ponti ed eventualmente trasmettere argomenti su cui riflettere".
Un censimento di siti e bollettini. In questi mesi, ad opera dei giovani della redazione del "Melograno",
è in corso una sorta di "censimento" dei bollettini e dei siti delle parrocchie liguri. Impresa "innovativa, ma
che cerchiamo di realizzare, con l'aiuto del settimanale genovese 'Il Cittadino' e dei responsabili degli uffici
per le comunicazioni sociali, per capire quali sono le forme di comunicazione mediatica delle parrocchie
della nostra regione", prosegue Raso, evidenziando come in questi anni stiano crescendo
esponenzialmente i siti cattolici curati da singole comunità parrocchiali. Il frutto di questa ricerca verrà
portato, domenica 9 maggio, nella "fiera del giornalino parrocchiale" che sarà allestita a Zinola, laddove, "a
fianco della stampa parrocchiale, ci saranno postazioni con le homepage dei siti", precisa il responsabile
del "Melograno", rimarcando l'importanza della nuova frontiera digitale a cui anche le parrocchie stanno
approdando, e come tale iniziativa sia volta a individuare quali sono, e dove si trovano, quei "testimoni
digitali" che sono pure a tema del convegno voluto dalla Cei il prossimo aprile.
Il programma della festa. I due giorni di festa si apriranno con l'accoglienza dei giovani della redazione
del "Melograno" di Cinisi. Il gemellaggio tra le due testate, che ha dato il via a un percorso di amicizia tra
le parrocchie, è iniziato nel giugno dello scorso anno in Sicilia ed è proseguito con la pubblicazione nei
giornalini di contributi che le redazioni si scambiavano, relativi alla vita delle rispettive comunità
parrocchiali. In comune, poi, l'attenzione alla formazione, che a Savona si è concretizzata nel percorso
"Sos Stage": la proposta, ai ragazzi del post-cresima che fanno parte della redazione di "Sos" (inserto del
"Melograno"), di alcuni appuntamenti formativi relativi alla realizzazione di articoli e alla cura della grafica.
Sabato 8 maggio, i giovani di Cinisi, dopo l'incontro in curia con il vescovo di Savona-Noli, mons. Vittorio
Lupi, parteciperanno ad un momento di scambio con l'omonimo giornalino savonese, e poi a un convegno
pubblico sul tema "Parrocchia: come comunichi?". Qui interverranno tra gli altri Chiara Genisio, consigliere
nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), e don Claudio Tracanna, direttore di "Vola",
il quindicinale dell'arcidiocesi di L'Aquila sorto all'indomani del terremoto. Domenica 9 maggio, invece, a
fianco della celebrazione eucaristica alle 10.30, ci sarà la fiera e la presentazione dei principali giornalini
parrocchiali esistenti nell'ambito della regione ecclesiastica ligure. A questa iniziativa si unirà un momento
di festa, rivolto in particolare ai ragazzi e ai più piccoli.
SIR Italia Num. 14 (1807) - Mer 24 Febbraio 2010

Il Melograno
“I l Melograno” è un mensile cattolico di formazione
e informazione, nato nel mese di marzo
del 2007 presso la parrocchia di Santo Spirito e
Immacolata Concezione di Savona.
La redazione, costituita da persone di tutte le età, bambini,
giovani e adulti, si riunisce ogni mese, unendo all’impegno
di “raccontare” la vita della parrocchia e
della Chiesa universale la proposta di incontri di formazione
sui temi del giornalismo e dell’utilizzo consapevole
dei vecchi e nuovi media.
Da circa due anni alcuni giovani membri della redazione,
del gruppo “dopo Cresima”, realizzano un inserto,
“SOS”, che viene distribuito in allegato al “Melograno”.
Questo inserto affronta ogni mese un tema, legato al
mondo giovanile, presentato attraverso differenti
“linguaggi” giornalistici: interviste, resoconti di esperienze,
giochi, recensioni di film e canzoni.
Il “Melograno’s party”, che quest’anno giunge alla quarta
edizione, ogni anno intende organizzare a Zinola
una iniziativa di festa e di condivisione sul tema dei
diversi linguaggi utilizzati dai media soprattutto per
quanto riguarda l’annuncio del Vangelo, la formazione
cristiana e il “racconto” della fede.

Per Info e iscrizioni
Contatti
Alessandro Raso
responsabile de “Il Melograno”
e-mail: melogranozinola@libero.it
cell. 3384824635

Parrocchia di S. Spirito e Concezione di Zinola
don Giancarlo Frumento, parroco
tel. 019881415