CARO DON GIULIO…
Saluto al parroco di S.
Ambrogio
Si
riporta di seguito il testo di saluto letto da Marco Damonte alla Messa delle ore 11 in S.
Ambrogio, l’ultima celebrata dal parroco Don Giulio Grosso, in attesa del nuovo
Parroco Don Claudio Doglio, atteso per domenica 4 dicembre
Caro
don Giulio,
sono trascorsi poco più di una
decina d’anni da quando Monsignor Lafranconi da questo ambone l’ha presentata
alla nostra comunità e lei ci ha simpaticamente salutato sbagliando per due
volte e chiamandoci –forza dell’abitudine!- “Parrocchia di S. Giuseppe”Ora
tocca a noi salutarla. Continueranno alcuni profondi contatti umani e alcuni
sinceri rapporti di amicizia nati in questi anni, ma, nella sua qualità di
Parroco, inutile nasconderlo, questo non è un saluto, ma un addio. Noi
varazzini non ci siamo abituati: a memoria tranne il Parroco Botta, non ci
siamo mai trovati nella condizione di vedere la “sostituzione” di un Parroco.
Gli addii
sono legati al ricordo, ma non necessariamente alla nostalgia. Vorrei fare
memoria di alcuni insegnamenti legati alla sua permanenza tra noi, riferendolo
alle opere d’arte di cui lei, nel corso di questo decennio, ha promosso il
restauro nella nostra chiesa. Queste opere, riportate alla loro originaria
bellezza, ci ricorderanno la sua presenza.
Innanzitutto
la Via Crucis in maiolica del Ravano. Durante il suo ministero non le sono
mancate croci da portare, ma ha sempre dimostrato che la speranza cristiana è
fonte di un ottimismo capace di affrontare ogni prova con un sorriso o, almeno,
con serenità.
Poi il crocifisso ligneo del
XIV secolo, la più antica scultura presente in chiesa. Lei ha rispettato le
nostre tradizioni e le espressioni religiose più semplici, cercando di
valorizzarle al meglio rendendole feconde oggi. Penso al ruolo delle confraternite,
alle processioni, ai nostri Santi patroni, alle devozioni a noi care,
all’attenzione alla liturgia.
Ancora, il polittico del
Barbagelata con al centro la figura di S. Ambrogio. Spesso ci ha additato la
figura del Vescovo milanese come esempio mirabile di fedeltà alla Chiesa, al
Papa, ai Vescovi, al magistero i cui insegnamenti sono essenziali alla vita di
fede. Tante inoltre le opere di carità e le raccolte da lei promosse.
In fondo alla chiesa il
battistero del Brilla. Quanti sacramenti ha celebrato di questa decina d’anni!
Migliaia di battesimi, prime comunioni, matrimoni, unzioni degli infermi,
confessioni, celebrazioni di funerali, facendoci sentire la vicinanza di Gesù
Cristo in ogni momento cruciale, felice o triste, delle nostre vite.
Qui affianco, sulle balaustre
della cappella dell’Eucarestia, si trova spesso la “colomba della pace”che arde
grazie all’olio degli ulivi della Terra Santa. Il gemellaggio con Beit-Jala ci
ha fatto uscire dal nostro guscio e ci ha fatto rendere consapevoli di una
comunità cristiana più ampia. Spesso in questi anni hanno celebrato
l’Eucarestia sacerdoti provenienti dalle più disparate nazioni,segno
dell’universalità della Chiesa.
Infine la statua della Madonna
dell’Assunta, al cui candore le chiediamo di affidarci nelle sue preghiere.
La gioia di essere cristiani, l’attenzione alle radici,
la fedeltà al magistero, l’assiduità ai sacramenti, l’universalità della
Chiesa: ecco i cinque insegnamenti di cui far tesoro a cui lei ha improntato il
suo ministero.
Ed oggi l’ultimo insegnamento.
La silenziosa obbedienza al Vescovo e un trasferimento che ci ricorda come ogni
parrocchia sia, fin dall’etimologia greca di questa parola, un quasi-abitare,
mai una dimora per il cristiano destinato piuttosto a far parte del Regno.
Un saluto allora che vuole
essere un grazie, ma anche l’occasione per porgerle le nostre scuse. Gliele
dobbiamo se desideriamo migliorare. Non le abbiamo risparmiato mugugni, non
abbiamo evitato le divisioni, non le abbiamo dato la consolazione di vocazioni
religiose o sacerdotali, la nostra durezza di cuore ha reso sterili alcune sue
iniziative. Vogliamo riconoscerlo, chiedendole di perdonarci e di presentarci
così al nuovo Parroco. Di presentarci come siamo, con i nostri pregi e i nostri
difetti.
Qualche pecora del gregge a
lei affidato è andata perduta; qualche agnello è nato. Il tempo dirà quanto ha
reso il grano seminato in questi anni, che altri raccoglieranno.
Tutto affidando nelle mani di
Dio,
caro Don Giulio.
Don Giulio Grosso farà suo ingresso ufficiale nella Parrocchia di San Giovanni Battista di Vado Ligure domenica 27 novembre alle ore 15.30.