giovedì 19 agosto 2010

L'estate non scaccia il pensiero 2010 - VIII ed - Saperi e Sapori da Alpicella alle Vecchie Mura

L’estate non scaccia il pensiero – VIII Edizione
Saperi e Sapori ad Alpicella e all’interno delle vecchie mura


Saperi e sapori: non un mero gioco di parole, ma un suggestivo accostamento tra cultura culinaria e saperi scientifici proposto dal Circolo Culturale Kairos di Varazze i prossimi martedì 31 e sabato 4 settembre 2010.
Dopo il successo dello scorso anno, “Saperi e sapori nel medioevo a Varazze” sarà il filo conduttore della VIII edizione de “L’estate non scaccia il pensiero”, manifestazione ormai tradizionalmente attesa da residenti e ospiti della cittadina rivierasca. Nelle due serate sarà proposta la degustazione di alcune specialità cucinate secondo ricette d’epoca della tradizione ligure, accuratamente selezionate.
La prima serata avrà come protagonista la frazione di Alpicella, una tra le più ricche di storia. Nel suo territorio sono infatti stati effettuati scavi che attestano la presenza umana in epoca preistorica. Ne rimane testimonianza in un suggestivo museo recentemente rinnovato, la cui visita sarà guidata da alcuni soci dell’Associazione Amici Museo Archeologico Alpicella. Successivamente si potrà visitare la chiesa parrocchiale con opere d’arte di un certo interesse, compresi gli altari marmorei provenienti da Genova e l’organo da poco restaurato. Tale frazione ha dato origine a diversi protagonisti della storia locale e non solo; la sua posizione strategica quale passaggio obbligato per il Beigua l’ha resa nel passato non troppo remoto un luogo davvero importante. Visto il gemellaggio tra Varazze e Beit Jala in Terra Santa, verrà presentata e sottolineata la figura di mons. Vallerga, prima Patriarca Latino di Gerusalemme a fine Ottocento, la cui famiglia era per l’appunto oriunda di Alpicella.
Per questo appuntamento il ritrovo è alle 18:30 sulla piazza IV Novembre, centro della frazione, comodamente raggiungibile in auto o con i mezzi pubblici.
La seconda serata sarà invece un gradevole ritorno. Ancora una volta si propone la visita all’interno delle Vecchie Mura nel centro di Varazze, alle pendici della Collina di Tasca, il nucleo più antico e meglio conservato della “Varagine medievale”. L’occasione è il restauro, ormai terminato, di alcuni locali adiacenti all’antica torre campanaria del vecchio S. Ambrogio, poi rialzata a diventare torre di guardia. I restauri verranno presentati sotto il profilo architettonico e quello pittorico da parte della dott.ssa Patrizia Bianchi che ne ha letteralmente le mani in pasta di calce e affini. Verrà inoltre presentato il CD edito per Amadeus delle Lamentazioni della Settimana Santa, inedito di Francesco Antonio Vallotti, registrato in esclusiva durante la scorsa edizione del Festival di Musica Sacra.
Entrembe le serate consentiranno la visita di angoli caratteristici e altrimenti accessibili con difficoltà. Si presentano pertanto quali opportunità da cogliere al…. volo! Il Campanin Russu assicurerà la sua presenza con la lettura di suggestive poesie composte in italiano e dialetto dai membri del sodalizio.

La manifestazione, curata dal Circolo Culturale Kairos, si avvale della collaborazione del Comune di Varazze, della Parrocchia Collegiata di S. Ambrogio, della Parrocchia S. Antonio Abate di Alpicella, del Campanin Russu, del Circolo ACLI di Alpicella, dell’Associazione Amici Museo Archeologico Alpicella e della ditta Archièo”. La partecipazione è a offerta libera. Per prenotazioni e informazioni è possibile contattare i numeri 328-4259455, 3291507206, consultare il sito http://circoloculturalekairos.blogspot.com o scrivere a cckairos@libero.it

PROGRAMMA


MARTEDI’ 31 AGOSTO 2010
Ritrovo in Piazza IV Novembre ad Alpicella ore 18.30
Dalla preistoria al Patriarcato Latino di Gerusalemme
In collaborazione con Associazione Amici Museo Archeologico Alpicella
e con Circolo ACLI - Alpicella

SABATO 4 SETTEMBRE 2010
Ritrovo in Piazza Sant’Ambrogio ore 18.30
Saggi di restauri : racconti dalle Vecchie Mura
Presentazione del recupero a cura della dott.ssa Patrizia Bianchi
In collaborazione con Archièo S.r.l.

mercoledì 11 agosto 2010

Jalla, seminaristi !

Jalla, Beit Jala! Era il titolo apparso su questo mensile esattamente quattro anni fa, quando erano stati ospiti della Città di Varazze 33 scout di etnia araba e religione cristiana della città di Beit Jala, con cui la città rivierasca è gemellata da diversi anni. Le iniziative legate a questo gemellaggio continuano con costanza, come di tanto in tanto appare anche dalle colonne della stampa locale: annunci di viaggi, resoconti di pellegrinaggi, interviste, raccolte di fondi… Luglio 2010 ha segnato una nuova, importante tappa dell’amicizia con i cristiani di Terra Santa. Da sabato 10 a lunedì 12 luglio sono stati infatti accolti un gruppo di seminaristi del seminario maggiore, l’unico seminario del Patriarcato Latino di Gerusalemme, fondato con lungimiranza dall’oriundo alpicellino Mons. Vallerga a metà del XIX secolo. Proprio questa circostanza ha spinto i seminaristi, durante un pellegrinaggio in Italia, che ha visto tra le altre tappe Roma, Firenze e Torino, a fermarsi nella nostra città, in questo periodo un po’ distratta dai “bagnanti”, ma non per questo meno ospitale. Potremmo darvi un resoconto più o meno dettagliato delle tre giornate trascorse a Varazze, della rinnovata sinergia tra le diverse associazioni per l’occasione; potremmo ricordare i momenti conviviali all’Oratorio Salesiano, nella sede degli alpini, nel giardino della canonica, nel ricevimento organizzato dal Comune, in piazza ad Alpicella, in spiaggia; potremmo descrivere la loro emozione nell’aver toccato per la prima volta il l’acqua salata del mare o nell’aver osservato alcuni nostri comportamenti occidentali...; ma forse è opportuno ricordare altri aspetti della loro permanenza. Quale il senso profondo? L’obiettivo era quello di far trascorrere alcuni giorni sereni a dei seminaristi, dopo un anno di dura preparazione al sacerdozio, un sacerdozio che nelle zone della Terra Santa ha un significato particolare. Come si è potuto constatare dialogando con i ragazzi e con i sei “Abuna” (Don) che li accompagnavano, la consapevolezza di essere seminaristi nell’unico seminario Latino del Medio oriente è carica di responsabilità. Prepararsi a diventare uomini di Dio in mezzo a Ebrei e Mussulmani non è facile. In quanto di etnia araba sono spesso inviati come responsabili di comunità in zone di frontiera, dove i mussulmani li tollerano proprio in quanto arabi. Basti pensare che tra gli ex rettori e gli ex professori del seminario, molti sono stati nominati Vescovi in paesi islamici, sia del Medio Oriente, sia del Nord Africa. Si tratta poi di diventare uomini di pace in zone di conflitto, violenza, soprusi, dove il grido della giustizia deve essere sempre unito alla prudenza e la denuncia va fatta evitando ritorsioni. Il loro essere cristiani e la loro fedeltà a Roma sono vissute come appartenenze di profonda libertà. Come spesso avviene le difficoltà spronano, rendono più decisi, limano le titubanze e fanno vivere la propria specifica vocazione con la dovuta radicalità. Lo abbiamo constatato in un giovane seminarista di Beit Jala, nostro ospite quattro anni fa; lo abbiamo constatato il mese scorso in una giovane coppia di sposi in viaggio di nozze anch’essa ospite di Varazze quattro anni fa. Le loro testimonianze sono importanti per i nostri giovani che, seppur non “bamboccioni”, fanno certo fatica a scegliere, distratti dalle comodità superflue che la nostra società pro- e im-pone.
Difficile e forse inutile fare confronti tra loro e “noi”: la differenza numerica con i componenti del seminario diocesano è palese; la mancanza di un seminario minore, scontato per loro, disarmante; lo studio dei classici quali Tommaso d’Aquino per loro, distanti dalle mode, ovvio. Una metafora forse può essere d’aiuto. Se di un albero loro rappresentano le radici (la loro terra è quella scelta dal Figlio di Dio per incarnarsi) e se noi siamo i frutti di quell’albero (la cultura cristiana in Europa), forse dobbiamo ammettere con umiltà che negli ultimi decenni i frutti sono maturati molto, fino a marcire. Ma l’albero è saldo e le radici forti fanno sperare in nuovi frutti.
Insomma, è stato possibile incontrare giovani vivaci, pieni di voglia di vivere, seminaristi motivati e consapevoli….. E allora: JALLA! cioè ANDIAMO! Chi li ha accompagnati glielo ha ripetuto sovente come esortazione a proseguire una visita, ad esplorare una zona… fino a diventare un motto e un augurio. ANDIAMO insieme incontro ad un futuro migliore, da costruire anche con sacrificio.
di Marco Damonte