martedì 27 ottobre 2009

Venerdì 18 settembre è stata possibile una ultima visita guidata prima della sua demolizione





CULTURA : STORIA SAVONESE


Alla scoperta del quattrocentesco Arsenale Sforzesco di Savona
La Consulta Culturale Savonese ne ha curato il percorso e la documentazione, difendendone la conservazione : sarà una pagina di storia persa.

Significativa ed importante l’iniziativa svoltasi il 18 settebre scorso, nel pomeriggio, a Savona; a proporla la Consulta Culturale Savonese (organizzazione di coordinamento delle quattro associazioni savonesi "A Campanassa", Istituto Internazionale di Studi Liguri - Sezione Sabazia, Italia Nostra - Sezione di Savona e Società Savonese di Storia Patria). Una “Ultima Visita” al complesso monumentale del quattrocentesco Arsenale Sforzesco di Savona , costruito nel 1472 dai Duchi di Milano che al tempo governavano sulla Città.

Presente una “delegazione” di Varazze, costituita dai giovani del Circolo Culturale Kairos, che non hanno voluto mancare l’occasione segnala dagli amici delle associazioni savonesi. Hanno quindi potuto documentare, anche fotograficamente, il sito degli scavi e condividere con i promotori della lodevole iniziativa l’ interesse quanto lo sgomento per le decisioni “demolitive ed irrevocabili” prese.

Ultima occasione poiché il sito verrà demolito, così come da progetto Bofill ed avanzamento lavori nelle aree ex-Italsider. Le Associazioni riunite nella Consulta non nascondono un certo rammarico, fattesi portavoce della possibilità di conservare almeno parte del rinvenimento , dopo accorati appelli : “siamo riusciti a ottenere che rimanesse conservato un tratto della cortina fortificata lungo il mare, ma non si è purtroppo ottenuto che sotto a quanto progettato da Bofill fosse conservata anche la fitta schiera di pilastri che sorreggevano le "cassine" (i capannoni sotto ai quali venivano tirate a secco le galee della flotta sforzesca). Rimane solo la consolazione che la Soprintendenza Archeologica della Liguria li abbia fatti riportare alla luce e documentare, prima della loro completa demolizione. ”

Numeroso il gruppo dei partecipanti, nonostante il tempo e la pioggia, che non ha voluto rinunciare all’incontro, accompagnati nell’illustrazione del sito è emersa dalla interessante spiegazione pagina significativa della storia di Savona. Storia legata alla sua tradizione marinara, al porto oltreché militare.
L’Arsenale, secondo la ricostruzione e quanto emerso, doveva essere lungo circa 200 metri e profondo 80 mt; imponente costruzione parallela alla costa poteva ospitare fino a 30 galee. “Il documento più antico, rinvenuto nell’Archivio Sforzesco di Milano, testimonia il numero di 26 galee” così il Prof. Carlo Varaldo, tra i presenti, “In Liguria vi erano all’epoca anche gli Arsenali di Genova e La Spezia, questi, di dimensioni più ridotte, potevano contenere solo sino a una decina di imbarcazioni”.
Imbarcazioni dalle misure già imponenti le galee – circa 45 metri di lunghezza per 5/8 metri di larghezza, trovavano così riparo e rimessaggio nel grande arsenale, incanalate tra imponenti filari di colonne e robuste catene che andavano a legare la struttura sforzesca. Al tempo del suo massimo splendore il porto di Savona era tra i primi cinque del Mediterraneo e l’arsenale non poteva essere da meno.
Raffigurazione più antica di come doveva essere ci giunge da una litografia di inizio ottocento, realizzata su un disegno seicentesco; purtroppo i lavori in corso nelle aree – ex italsider avevano già demolito parte della struttura conservatasi prima che l’intervento della Sovraintendenza, sollecitata così come gli altri Enti dalle Associazioni della Consulta, obbligasse la documentazione di quanto emerso.

Poteva essere davvero occasione unica di studio visto che, a parte quello Veneziano, in tutto il Mediterraneo non si sono conservati altri Arsenali oltre ad essere l’unico sforzesco esistente.
E’ allo studio un possibile recupero delle colonne e delle strutture rinvenute, da ricollocare in modo opportuno, potendo almeno così testimoniare tanto glorioso passato.
Il monumentale complesso, portato alla luce dopo una sepoltura di quasi cinque secoli, sarà demolito; sì documentato, ma la Città ci perderà sicuramente una pagina di storia…di quella che la rese grande nei mari.

Lorenzo Grazioli

http://www.ilgiornalinodivarazze.it/?p=7553

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