domenica 17 gennaio 2010

Notizie dalla Terra Santa - Parte II - da Varazze a Biet-Jala Betlemme







Come da precedente articolo-post sul viaggio in Terra Santa dei Pellegrini (circa venti) di Varazze- Savona, guidati da Vescovo Vittorio Lupi, Il Sindaco Giovanni Delfino e il Parroco don Giulio Grosso continuiamo nel racconto di tale “speciale” esperienza; non dimenticando il legame, non solo storico, soprattutto umano che lega la nostra Varazze a quella Terra. Partiamo dall’esperienza significativa: l’incontro con Betlemme- Beit Jala con cui Varazze è gemellata. Questo per rendere continuativo e significativo tale legame , rinsaldato dalla accoglienza famigliare che i nostri Amici ci hanno riservato.

In pochi giorni sono state molte le tappe fatte e soprattutto le persone , i volti,e le realtà conosciute.
La gioia dell’incontro con le comunità cristiane di Terra Santa è una esperienza unica. Non solo il percorso evangelico sulle orme di Cristo; la visita ai luoghi Santi più tradizionali quanto la storia dell’antico testamento. L’incontro vero con le comunità cristiane , quello il volto del nostro pellegrinaggio, un incontro con le Parrocchie, il Seminario, quelle le pietre vive di una Chiesa, costruita sulla roccia, dalla fede autentica, l’incontro con Cristo.
L’emozione ma direi ancora di più la commozione non è mancata.

Betlemme, Beit –Jala, Beit Sahur, l’incontro con i giovani , con la Parrocchia di Abuna Ibrahim, guidati da Don Mario Cornioli, toscano, ormai “Abuna” di adozione. È stato un po’ come essere in famiglia, a casa, non solo perché si sono rivisti amici e ragazzi che furono ospiti della nostra Varazze nel 2006 ma, l’accoglienza e l’amore, quello sono veri. Un seminario (istituito da Mons. Vallerga) Minore e Maggiore (circa 100 alunni) che non basta più, già rialzato di un piano, il prossimo anno si spera nel secondo. Poi la festa, la gioia, l’ordinata fila dei più piccoli che si affretta ad inchinarsi in un saluto “al Mutran “ (Vescovo); altrettanto ordinatamente salgono in cappella per la preghiera. Poi la cena coi i ragazzi più grandi, i seminaristi, i giovani diaconi e sacerdoti : vengono dalla Cis-giordania, dalla Giordania ma anche dal Libano e da Israele; pregano e studiano molto; alcuni parlano anche un buon Italiano , frutto degli studi in Latino e poi alla domanda quale il tuo filosofo preferito; in molti rispondono Sant’Tommaso d’Aquino.

La messa della domenica è la festa, il ritrovo di una famiglia, molti giovani,cantano e partecipano alla liturgia; la naturale continuazione è stato poi l’incontro e il pranzo nelle Famiglie; tutti insieme alla domenica, ai ragazzi più grandi, universitari chiedo cosa facessero quel giorno : la domenica si passa con la propria famiglia, dopo la Santa Messa tutti insieme; anzi ci si riunisce zii e cugini.
A Beit – Jala con cui Varazze è gemella l’incontro con il sindaco della città e lo scambio dei doni in comune con il sindaco di Varazze Prof Giovanni Delfino. Comune di Beit-Jala ove la presenza del legame con la nostra Varazze è tangibile : sala più bella per riunioni e conferenze è intitolata a Varazze con targa commemorativa a memoria del gemellaggio.

I Cristiani , per lo più palestinesi, che vivono i quei luoghi sono pochissimi, circa 1% della popolazione e mostrano al mondo la faccia più bella, testimoniano la loro fede autentica, semplice, in comunione famigliare. Accolgono tutti, basti pensare che molti ragazzi mussulmani studiano nelle scuole cristiane.

Certo Betlemme è proprio lì, a pochi chilometri da Gerusalemme, ma separata da essa, recisa dal muro, dove sono sempre i bambini e le donne i primi a rimetterci. Proprio in quella zona di Betlemme – Beit – Jala nella Cisgiordania (in tutto 40-50.000 abitanti) nascono più di 5.000 bambini all’anno. Buona parte degli abitanti sono cristiani (unico consistente insediamento rimasto). Poi nel mondo islamico, è vero, la donna non è un essere umano di pari dignità all’uomo, impossibile pensare a figli nati fuori dal matrimonio o matrimoni misti, ci si rimette la vita.
E i bambini ? Quelli nati da situazioni di cui sopra vengono accolti tra le braccia e le cura di tre suore , francesi ed italiane, della San Vincenzo de Paoli . Sono i figli della La Creche (la "culla"). L'orfanotrofio, che è una presenza storica di Betlemme, si è tradizionalmente occupato di accoglienza agli orfani. A partire da circa la metà degli anni '80 esso ha cominciato ad ampliare la propria missione, aprendosi ad accogliere i casi sociali di tutte le aree dell'Autorità Palestinese. Nel corso degli anni La Creche ha avuto un'evoluzione nella qualità dell'assistenza e dell'educazione, cresciute grazie a scelte accurate e lungimiranti operate dalla direzione che ha voluto porre al centro della propria attenzione la presa in cura dei bambini.
Gli spazi sono stati risistemati per creare degli ambienti ampi, gioiosi e accoglienti per i bambini e funzionali per il personale.
Una grande attenzione è stata posta alla preparazione del personale. Affinché i bambini possano avere accanto a loro figure che rimangono costanti nel tempo, la direzione dell'orfanotrofio ha operato la scelta di offrire al proprio personale le migliori condizioni di lavoro, permettendo in tal modo che il personale assunto sia incentivato a rimanere presso La Creche e dando quindi senso di stabilità ai bambini con la propria presenza. Sì certo quel lavoro che manca, che è difficile trovare in pochi chilometri quadrati, dopo la seconda intifada si sta tornando solo ora ad una certa “normalità”.
Un orfanotrofio, per i suoi piccoli ospiti, può essere un luogo che, pur offrendo cure premurose e attente da parte di personale qualificato, lascia i bambini isolati, separati dal mondo esterno. Proprio con l'intenzione di aprire la vita quotidiana dei piccoli a contatti con l'esterno, è stato creato un asilo aperto a tutti i bambini di Betlemme e dei villaggi vicini. Le famiglie lasciano durante la giornata i loro bimbi che svolgono le attività educative e i giochi insieme ai bambini dell'orfanotrofio, permettendo un reciproco scambio di arricchimento e condivisione.
Presso La Creche opera un assistente sociale che si occupa di curare i rapporti con le famiglie, specialmente riguardo ai reinserimenti dei bambini in famiglia e situazioni problematiche. Troviamo inoltre l’ambulatorio delle cure dentistiche, costruito con l’aiuto anche di molti medici italiani; anche qui Varazze “è ponte” con il volontariato e la presenza ciclica presso l’ambulatorio della amica Dott.ssa Laura Pesce che era tra i partecipanti al pellegrinaggio.
Nel corso degli anni sono state attivate proficue relazioni di scambio con le facoltà di pedagogia e di psicologia dell'Università di Betlemme, per favorire lo svolgimento di tirocini, di studi, nonché per valutare diagnosi dei singoli bambini in prospettiva di utili terapie.
Al fine sviluppare tutte le attitudini dei bambini e di stimolarli nel gioco e nell'apprendimento, l'orfanotrofio è stato dotato di numerose strutture quali laboratori, spazi gioco, giardini e anche di una piscina.
Lo sguardo è però triste, impotente, rassegnato, quello di sr Sophie , che nonostante l’età trova ancora la forza di andare avanti e dirigere questa importante struttura. L’islam non concepisce l’adozione vera, piena , quella in cui si può dare il proprio nome al bambino; resteranno sempre dei “bastardi”. E questo riempie il cuore di tristezza.
Ancora là in quella Betlemme Dio sembra rifiutato, sembra non esserci; proprio là dove per noi cristiani Cristo si fece carne. Ma in questo periodo vicino al Santo Natale, una riflessione. I primi che ricevettero l’annuncio furono i pastori, gli ultimi, i più semplici. Nel pensiero di Sant’Agostino il tema dell’incarnazione non può essere separato dalla Umiltà.. E' il segno che contraddistingue Cristo sin dal suo apparire nella grotta di Betlemme. Di fronte ad un Dio che si rivela nel segno dell'umiltà, l'uomo non può che spogliarsi di ogni segno di grandezza e di superbia. Agostino stesso lo ricorda nelle Confessioni (VII, 9, 13), riportando la propria esperienza: "In primo luogo Tu hai voluto farmi vedere come Tu ti opponi ai superbi e largisci la tua grazia agli umili; e con quanta misericordia hai additato agli uomini la via dell'umiltà, dal momento che il tuo Verbo si è fatto carne ed abitò in mezzo agli uomini". Solo chi segue la via dell'umiltà può riconoscere nel corpo di un bambino il Figlio di Dio.
Insediamenti israeliani che si affondano nella Cisgiordania, spaccando uno stato mai nato, controlli severi terranno Israele in una tensione-sicura ma, il problema che nuoce ad Israele non lo si trova al di là del muro di Betlemme. Quale Città unisce in sé più devozione, fede, culture ed odio di Gerusalemme al mondo? Credo nessuna. In una sua bellezza abbagliante, in una sua mistica spiritualità, racchiude in sé tutti i sentimenti dell’uomo, non sarà essa vero oggetto di alcune, se non molte, cose che accadono più a oriente…?
È stato l’incontro con le Pietre Vive di quella terra, quanti volte, persone, storie. Non un classico viaggio, né pellegrinaggio , qualcosa di più: una vera “visitazione” alle comunità cristiane, alle famiglie.
Il nostro racconto “a puntate” si concluderà la prossima volta….

Notizia di questi giorni in merito alla nomina del Parroco don Giulio Grosso Canonico Onorario del Santo Sepolcro: la cerimonia di vestizione e consegna delle insegne avrà luogo a Gerusalemme nella mattina del 10 aprile prossimo e sarà presieduta dal Patriarca Latino S.B. Mons Fouad Twal.

foto e test di Lorenzo Grazioli

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