Il santo era fanciullo quando un sciame di api gli entrò in bocca. Quandogli uscì fuori salì verso il cielo, e non si vide più. Il padre, si chiamava Ambrogio anche lui, disse che se non moriva da bambino sarebbe diventato qualcuno. Il giovane Ambrogio, vedendo che madre e sorella baciavano la mano ai preti, chiese alla sorella che gli baciasse la mano, dicendo che ora lo faceva per gioco, ma un tempo gli avrebbero baciato veramente la mano. Dopo aver studiato lettere a Roma, fu così abile che l'imperatore Valentiniano lo mandò a governare la Liguria e l'Emilia. Giunse a Milano e non c'era vescovo e la gente rissava perchè c'erano cattolici e ariani. Dalla folla si udì un ragazzo che disse che fosse eletto vescovo Ambrogio. L'idea fu accolta. Ma Ambrogio non ne voleva sapere, Si recò in Tribunale dove, contro ogni sua abitudine, fu molto severo. Il popolo non desistette, Andò a casa sua e fece arrivare delle prostitute per scandalizzare il popolo. Il popolo non cambiò idea e disse che le colpe di Ambrogio le avrebbero prese loro. Allora cercò di raggiungere il Ticino. Sbagliò strada e si ritrovò a Nilano. L'imperatore, che nel mandarlo gli aveva detto che doveva comportarsi con la gente non come un giudice ma come un vescovo, fu molto contento della decisione dei milanesi. Così Ambrogio, che era ancora catecumeno, pur avendo ancora una volta tentata la fuga, fu battezzato e dopo otto giorni ordinato vescovo. Quando, dopo quattro anni, tornò a Roma, sua sorella gli baciò la mano e Ambrogio le ricordò quel che le aveva detto da giovane.
In una città vicina bisognava eleggere un vescovo. L'imperatrice Giustina avrebbe voluto un ariano, Ambrogio un cattolico. Mentre lui era in chiesa seduto su un seggio, una donna ariana salì da lui, cercando di trascinarlo verso donne che lo avrebbero picchiato e scacciato dalla chiesa. Ambrogio la rimproverò perché aveva maltrattato un sacerdote. Il giorno dopo la donna morì, e Ambrogio si recò alla sua sepoltura. Questo atteggiamento di carità lo mise in una bella luce di fronte a tutti.
Tornato a Milano,dovette subire tutto quello che l'imperatrice Giustina gli tramava contro. Un uomo, della parte di Giustina, prese una casa vicino alla chiesa, preparò una quadriga per rapire il vescovo e portarlo in esilio. Ma prima di rapirlo fu mandato lui in esilio, e Ambrogio, per carità si sobbarcò il mantenimento. A Milano c'erano molti indemoniati. Secondo Giustina e molti altri ariani, era gente pagata da Ambrogio. Improvvisamente un ariano divenne indemoniato e diceva che Ambrogio era nella verità. Gli ariani lo uccisero. Un ariano che odiava i cattolici, ascoltava una predica di Ambrogio e vide che un angelo gli parlava all'orecchio . Si convertì subito. Uno stregone evocava i demoni e li mandava da Ambrogio. I demoni tornavanoindietro perché casa e chiesa di Ambrogio erano riparati da una barriera di fuoco. Un uomo, istigato e pagato da Giustina, penetrò nella stanza dove dormiva Ambrogio con un pugnale. Alzò il braccio per colpirlo: rimase paralizzato. Gli abitanti di Tessalonica avevano compiute delle colpe nei confronti dell'Imperatore. Ambrogio aveva convinto l'Imperatore al perdono. Ma gente della Corte insistette per un castigo e l'Imperatore fece uccidere molte persone. Ambrogio lo venne a sapere e quando l'Imperatore cercò,a Milano, di entrare in chiesa glielo impedì. Allora l'Imperatore disse che Davide era stato un adultero e un omicida. Rispose il santo che se l'Imperatore aveva seguito Davide nel male,doveva seguirlo anche nella penitenza. Un giorno, per strada, Ambrogio inciampò e cadde. Uno che lo seguiva cominciò a ridere. Ambrogio gli disse che essendo in piedi stesse attento anche lui a non cadere. Cadde subito e cominciò a lamentarsi. Un altro giorno si recò nel palazzo di un magistrato, di nome Macedonio per intercedere per un accusato. Le porte erano chiuse. Non poté entrare. Ambrogio disse che Macedonio non sarebbe potuto entrare in chiesa anche se le porte erano aperte. E così fu.
A questo punto Jacopo, nel racconto, cambia argomenti. Non più miracoli, ma lo stile di vita. Ambrogio era molto austero. Digiunava tutti i giorni, tranne il sabato e domenica, nonché nelle grandi feste. Ebbe grande carità. Quanto aveva lo dava alle chiese e i poveri, senza serbare nulla per sé. Umile e laborioso scriveva di sua mano le sue opere, finché glielo permise la salute. Nell'apprendere la morte di un sacerdote o di un vescovo li piangeva soprattutto perché lo avevano preceduto e avevano lasciato un vuoto.
Sant'Ambrogio è in viaggio verso Roma.Arriva, e si ferma, in una bella villa. Il proprietario gli dice che la sua vita è stata sempre felice, con molti soldi, molti servi, molti figli e nipoti, tutto gli è sempre andato bene. Allora Ambrogio dice ai suoi accompagnatori: "Andiamo via subito per non incorrere nell'ira di Dio". Partono, ed ecco che quella villa viene colpita, si aprì una voragine e tutto scomparve in essa. Segno della misericordia di Dio verso chi non ha, e della sua ira verso chi ha avuto solo felicità in vita. Di quella voragine si dice sia rimasto il segno.
Ambrogio si rendeva conto che l'avarizia cresceva continuamente tra i funzionari e i dignitari della Chiesa. Se ne lamentò coi suoi e disse che sarebbe rimasto con loro solo fino alla domenica di Risurrezione. Pochi giorni prima di Pasqua, mentre dettava il commento al salmo 40, chi scriveva vide del fuoco che si posava sul volto di Ambrogio e vi entrava come si entra in una casa. Il volto di Ambrogio divenne splendente. Da quel giorno Ambrogio non dettò più nulla e si ammalò. Il conte d'Italia era preoccupato della morte di Ambrogio e chiese ai nobili di andare da lui per chiedergli di ottenere da Dio un prolungamento della vita. Andati si sentirono rispondere che lui era vissuto tra loro senza motivo di vergognarsi, ma che non aveva timore di morire perché è buono il Signore. Intanto quattro diaconi si erano riuniti per decidere chi fosse degno di succedere ad Ambrogio. Sottovoce e in luogo lontano dalla stanza di Ambrogio fecero il nome di Sempliciano. Al che Ambrogio a voce molto alta disse: "E' vecchio, ma è il più degno". I diaconi restarono atterriti ed elessero vescovo, dopo la morte di Ambrogio, proprio Simpliciano. Onorato, vescovo di Vercelli, aspettava la notizia della morte di Ambrogio, ma stanco si addormentò. Ad un tratto fu svegliato da una voce che lo chiamava per dirgli che Ambrogio stava per morire. Partì subito da Vercelli per Milano ed arrivò in tempo per portargli la santa comunione. Come l'ebbe ricevuta Ambrogio stese le mani come in croce e spirò.
Portarono il suo corpo in chiesa. Molti bambini dissero ai loro genitori di aver visto Ambrogio sul suo seggio, o mentre saliva al cielo, o con una stella sulla testa. Un prete che era ad un banchetto con molti altri, diceva calunnie contro Ambrogio. Cadde a terra fulminato. Così a Cartagine.Erano riuniti tre vescovi e uno denigrò sant'Ambrogio. Poco dopo compì la stessa azione per la quale aveva denigrato il santo. Non si preoccupò della cosa e dopo poco morì tragicamente.
Breve commento: come si vede Jacopo non dà importanza ai miracoli in se stessi (il miracolismo superstizioso era diffuso in quei tempi), ma per il significato pedagogico che hanno. Al centro del racconto si evidenziano le virtù di Ambrogio vescovo, in tempi nei quali non raramente i vescovi e i preti davano buon esempio. Ed è esempio di austerità e di povertà. Presenta il vescovo Ambrogio come predicatore cui è un angelo a suggerire le parole. E' un altro avvertimento a vescovi che ben poco predicavano, pur essendo i soli che dovevano farlo. Proprio per questo, del resto, era stato fondato l'Ordine dei Frati Predicatori, o Domenicani.
fra Giacomo Grasso, o.p.
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