lunedì 28 giugno 2010

Sant'Ambrogio dalla Legenda Aurea, errata corrige et alia

All'inizio dello scritto ho segnalata l'edizione critica del "Mazzone", legasi Giovanni Paolo Maggioni. L'ed. del testo critico, solo in latino, è del 1998, Firenze, Sismel- Edizioni del Galluzzo. Quella con tr. italiana coordinata da Francesco Stella, è, presso lo stesso editore con la Biblioteca Ambrosiana, del 2oo7. Prezzo...197 euro.
Nel racconto di Jacopo su sant'Ambrogio va aggiunta una finale più ampia.Eccola: Ambrogio va lodato per diversi motivi.Primo, per la generosità verso i poveri, ai quali distribuiva quanto aveva. All'Imperatore che gli chiedeva di dargli la basilica, rispose, e si legge nel Decreto, XXIII, q. VII, che se fosse stata sua avrebbe potuto dargliela, ma era dei poveri. Secondo, per la purezza. Era vergine e di lui scrive san Girolamo che non solo dava lode alla verginità ma la viveva lui stesso. Terzo, per la solidità della fede. Egli si oppose all'Imperatore dicendo che gli avrebbe tolto prima la vita che la fede. Quarto, per il desiderio del martirio. All'ufficiale di Valentiniano che gli mandò a dire che se non avesse consegnata la basilica avrebbe avuta tagliata la testa, rispose che sarebbe stato lieto di avere su di se tutti i mali che si facevano alla Chiesa, accogliendo nel martirio il desiderio di sangue dei persecutori. Quinto, per l'assiduità della preghiera. Ambrogio si difendeva dall'ira della regina, facendo penitenza col digiuno e le veglie, pregando presso l'altare prendeva Dio come aiuto. Sesto, nell'abbondanza delle sue lacrime. Lacrime per il peccato degli altri, quando confessava, piangeva sui peccati altrui (lo scrive Paolino nella Vita di Ambrogio), Piangeva quando sapeva della morte di qualcuno. Avrebbe voluto morire lui. Le lacrime erano l'unica sua difesa dai Goti, e pensava che questo dovesse essere l'atteggiamento dei sacerdoti. Settimo, nella sua coraggiosa fermezza. Essa si manifestò in tre maniere. Prima: difesa della verità cattolica. Seconda:nella difesa della libertà della Chiesa. E su questo Jacopo si dilunga, essendo problema aperto tra i Papi e l'Imperatore Federico II. Terzo: fermezza nel condannare il vizio e l'iniquità. Anche qui Jacopo inserisce un lungo paragrafo per evidenziare la possibilità che hanno i sacerdoti di escludere gli Imperatori dal diritto di fare quel che vogliono,anche il male. Ottavo, fu uomo da onorare per la sua dottrina. E' dottrina profonda, è salda e solida, è elegante e bella. Lo lodano così sia san Girolamo che sant'Agostino cui Ambrogio suggerì di adattarsi sempre agli usi della Chiesa in cui arrivava, per non scandalizzarsi e non scandalizzare. Lo lodò per la sua dottrina anche l'eresiarca Pelagio.
fra Giacomo Grasso, o.p.

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