sabato 5 febbraio 2011

E' proclamato, in queste domeniche Mt 5-6-7.

In queste domeniche del tempo ordinario viene proclamato il vangelo secondo Matteo e di esso, dalla IV fino alla IX domenica, il "discorso della Montagna", il primo dei cinque discorsi che caratterizzano questo vangelo. E' iniziato, il Discorso della Montagna, con le Beatitudini, proseguirà, secondo lo stile della "inclusione semitica"con insegnamenti non come quelli cui noi siamo abituati perchè legati alla logica greco-latina che si esprimono con una premessa, un contenuto e una conclusione (e cioè A la premessa BCDE, e E è la conclusione), ma con una premessa (nel nostro caso le Beatitudini), cui segue una parte di contenuto, la conclusione, e un'altra parte di contenuto (e cioè A la premessa BC D CB, dove la conclusione è D, e sarebbe errato cercarla in E). Nel Discorso della Montagna la conclusione è espressa dalla preghiera che Gesù insegna ai discepoli, il Padre Nostro. Il brano che lo riguarda non è proposto dalla Liturgia della Parola di queste domeniche. Leggiamo con attenzione tutto il resto dei capp. 5-6 e 7 per ricostruire l'inclusione di cui sopra. Teniamo poi presente che sì Gesù dà la Legge, ma è la nuova legge, cioè il vangelo, la grazia dello Spirito santo. La Legge data da Dio a Mosè, sul monte, viene portata a compimento nel discorso ai discepoli sul monte...Ognuno dei dieci comandamenti è esaltato dalla novità del buon annuncio. La grazia dello Spirito santo (che dice fede,speranza e carità, cioè amore), è lei che ci permette di vivere la vita nuova. La legge evangelica non ci dice: Tu devi fare o non fare questo o quello, ma ci dice: Tu sei questo o quello. Il tuo impegno, anche esso intriso della grazia dello Spirito, ti permetterà di vivere quello che sei già (per esempio,la Domenica V del tempo ordinario ci dice che siamo sale, luce messa sulla lucerna, e così via...). Fra Giacomo Grasso,o.p.

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