venerdì 11 luglio 2003

QUANDO L’EUROPA NON ERA ANCORA DA FARE Prof. Vittorio Mathieu, Accademico dei Lincei intervento di Padre Francesco Poloni - 11 luglio 2003

Varazze, chiostro di S. Domenico, 11 luglio 2003

QUANDO L’EUROPA NON ERA ANCORA DA FARE

Prof. Vittorio Mathieu, Accademico dei Lincei

intervento di Padre Francesco Poloni o.p. Priore del Convento di Varazze

Ringrazio il Professor Mathieu per la conversazione che ci ha tenuto. Ci ha dato certamente tanti punti fondamentali che non sono solo una piattaforma di ricerca, ma anche tanti punti di classificazione che credo trovino un po’ tutti impegnati in tanti momenti.

Credo che il terrorismo sia un problema enorme, credo che la laicità abbia un’ampiezza notevolissima; per cui l’esperienza e la generosità sono già una base enorme, ma ci può essere anche una illuminazione che trattiene dal rispondere a tono e invita a pazientare.

L’Europa chiede, già ancora prima di essere costruita, di vedere quali relazioni esistono nella formazione dell’economia, nella formazione del rispetto, nella formazione di una convivenza anche nell’immediatezza delle relazioni.

Per questo ho colto alcune suggestione che certamente innovano perché non è semplice arrivare a vedere tutte le componenti di un dialogo, di una ricerca, di una complessità di vita dove la tecnica amplifica e realizza nell’immediatezza (però se la tecnica ha immediatamente tanti risultati, altri ne ha da cercare e da perseguire in continuazione…).

Io trovo tantissime provocazioni perché non ci sono mai delle stabili certezze.

Il mio ottimismo per l’Europa è che dopo qualche stadio si intraveda la possibilità di correggere. Ci sono delle forti resistenze, per cui c’è un potere immediato, dominante, ma c’è pure un contropotere fatto di piccole cose costituite nell’immediatezza della vita.

Se poi si pensa alle radici dell’Europa: certo le radici non sono soltanto quella cristiane che trovano un’opposizione quasi epidermica. Se però consideriamo contestualmente le radici greche, romane, cristiane, forse non c’è più questa contrapposizione netta. Tutta la cultura europea di questi ultimi decenni è diventata una cultura che si è messa a confronto con l’anticlericalismo, la massoneria e chissà cosa c’era in tutti i decenni precedenti!

Che il Papa chieda perdono, ritengo sia un atteggiamento di fedeltà al vangelo: sul momento c’è da perdere, ma se si ha coscienza per un verso, esperienza per un altro, fiducia, allora si può intravedere un disegno della Provvidenza.

Questa serata è stata di grande interesse, perché l’Europa è quella dei grandi e della politica, ma credo che ci sia anche una Europa dentro di noi che può cominciare questa sera con una componente magari un po’ nuova.

Perciò ringrazio per la serata, ringrazio di tutto cuore il Professore e voi per le sollecitazioni.

Nessun commento:

Posta un commento